lunedì 24 marzo 2014

Impianti di irrigazione. Soluzioni e consigli per la progettazione e la manutenzione

L’irrigazione è un elemento fondamentale per avere un giardino ricco di specie particolari, ma anche molto comodo per evitare abbondante manodopera e morte prematura dei nostri amati vegetali in caso di dimenticanze.

Nella storia
I primi impianti di irrigazione risalgono probabilmente ai tempi dei Babilonesi, che nei loro famosi giardini pensili, costruiti su terrazze sovrapposte in più ordini, inserirono una canalizzazione dell’acqua che li rendeva indipendenti dalle condizioni metereologiche... Così da essere autonomi dal volere degli dei!
I ritrovamenti archeologici ci dicono che fossero costruiti da uno strato di terreno dello spessore di circa due metri posto sopra uno strato drenante, il tutto doveva appoggiare su un fondo impermeabile sorretto da muri e volte. La fornitura idrica era servita da condotte interrate. L'impianto di irrigazione era complesso e per la prima volta fu realizzato un sistema per fa percorrere l'acqua dal basso verso l'alto. 
In questi giardini erano presenti varie tipologie di alberature e numerose piante da fiore. 
Non mi dilungherò troppo con i racconti storici, ma ci tengo a sottolineare che fin dai tempi antichi ci si avvaleva di tecniche specifiche per avere buoni risultati nella cura del giardino.

L’uso degli impianti di irrigazione è prima di tutto collegato all’agricoltura, sia frutticola che orticola e foraggera, ma grossomodo le stesse tecniche vengono applicate anche ai nostri usi domestici...

PRINCIPALI IMPIANTI DI IRRIGAZIONE
  • A GOCCIA | Tubo con piccole valvole incorporate, a distanza regolare (es. ogni 20cm), che si attivano ad una certa pressione dell'acqua (non sono dunque semplici fori).
    Tempo fa ho realizzato un impianto irriguo in alcuni orti comunitari e per comodità ho utilizzato un tubo forato che ha dato buoni risultati. Anche perché l’acqua non arriva a ridosso della pianta ma rende il terreno umido nel complesso. Avrei potuto usare anche un tubo ad ali gocciolanti, ma sarebbe stato più delicato (l’orto è un luogo di lavoro!), più costoso e con esigenze di manutenzione più alte.
  • AD ALA GOCCIOLANTE | Simile al precedente la differenza è che dal tubo principale che porta l'acqua sono installati una serie di tubicini derivati, inseriti mediante un "olivella" che terminano con una valvola regolabile per il flusso d’acqua fino all'eventuale chiusura. In un terrazzo o anche in un giardino privato in cui sono presenti specie con diverse esigenze idriche e distanze variabili. Si può mascherare facilmente il tubo, ma si deve tenere in considerazione la possibilità che gli ugelli si vedano.




  • A SPRUZZO | Il tubo principale, solitamente interrato, è collegato con erogatori che, ad una determinata pressione, spruzzano l'acqua. Vi sono anche erogatori, con pistone rientrante e con turbina che coprono superfici circolari. Spesso viene utilizzato per i prati. Non è altro che un erogatore che spruzza, nebulizza l’acqua destinata ai nostri giardini.



  • TUBO POROSO | Tubo che emette l’acqua attraverso la porosità del materiale di cui è costituito. Quest’ultimo viene, spesso utilizzato nei giardini dove ci sono dei filari (es. siepe) o comunque in situazioni dove le piante sono messe in sequenza, vicine l’una all’altra e da buoni risultati . Non da buoni risultati su lunghe distanze (50m) perché si svuota al inizio. Quindi se lo spazio è vasto e ci sono dei prati un impianto a spruzzo è il più consono. 

Valvole o elettrovalvole? Questo è il problema..
Nel caso di un giardino con prato, aiuole fiorite e siepi: si possono - alle volte è meglio - mescolare anche i vari tipi di impianti. 
Quando si progetta un giardino sarebbe opportuno pensare anche all'impianto di irrigazione: tracciare la giacitura dei tubi interrati, così da renderli invisibili, e individuare la posizione dei vari erogatori. Ovviamente la scelta migliore è quella di gestire il tutto con un computer che comanda le elettrovalvole. 
Gli impianti, come dicevo prima, sono spesso comandati da un piccolo computer. Personalmente consiglio l'alimentazione a batteria perché crea meno complicazioni, non dovendo pensare ai collegamenti elettrici!
Con l'uso delle centraline si associano le valvole elettriche, che comandano l’erogazione dell’acqua. La comodità sta nel fatto che si possono gestire diversi canali e diversi sistemi attraverso un'unica sorgente e perciò regolare i canali a seconda delle esigenze idriche delle diverse parti del giardino. 
Tuttavia un impianto del genere è sicuramente più complesso da progettare e programmare. Solitamente ci si avvale di esperti..e qui entro in campo io! 


Dati tecnici per non tecnici.
Qualche accorgimento per la creazione o manutenzione di un impianto
Il mio primo consiglio è quello di evitare, se si può, di lasciare i tubi esposti ai raggi solari e ai forti sbalzi termici (in inverno è consigliabile smontarli e collocarli  al riparo, così durano molto più a lungo! 
Per non avere perdite d’acqua e per non danneggiare i filetti delle componenti degli impianti è bene mettere sopra il filetto del “maschio” un po' di teflon (4/5 giri), così è anche più difficile che si incrosti con il calcare, data l’assenza di perdite d'acqua.
Un'altra comodità, soprattutto nel caso di un terrazzo, è quella di fissare all'estremità finale del tubo di portata un rubinetto, anziché chiuderlo in modo definitivo, così da permettere all'occorrenza lo svuotamento veloce dell'impianto da rimanenze d'acqua. 
Infine un ultimo trucchetto utile che ho imparato sul campo è come congiungere i tubi, o valvole senza rovinarli. Il metodo più utilizzato è quello di scaldare i tubi con l’accendino per ammorbidirli, ma questo può danneggiare il materiale: si sfibra e perde di elasticità. Un metodo più delicato ma altrettanto efficace è quello di immergere la parte di tubo che ci interessa nell’acqua calda così si ammorbidisce ma non si cuoce la plastica e dura di più! 
Concludo con un ultimo accorgimento: vi consiglio di ingrassare appena l’elemento in cui dobbiamo inserire il tubo (rubinetti, ugelli, ecc.) per rendere più facile l’inserimento e per avere un’aderenza maggiore.

A VOLTE SI PUO EVITARE! 
Nei balconi/terrazzi non fare l’impianto d’irrigazione può far risparmiare soldi, tempo ed energie, basta solo non mettere piante troppo bisognose di acqua e mescolare al terriccio un po’ di argilla espansa, che trattiene l’acqua e la rilascia poco a poco, certo non risolve eventuali periodi lunghi di siccità... certo ci si può avvalere di un pianta-sitter!
Certamente se nei mesi estivi siete via per lungo tempo e non c’è nessuno che vi può bagnare le piante è quasi obbligatorio avere un impianto irriguo automatizzato. 
Insomma...viva gli impianti di irrigazione!


Spero che questi consigli siano utili e che siano stati interessanti.  Contattatemi per valutazioni e progetti!





2 commenti:

  1. Potresti fare un approfondimento sui sistemi per non far morire le piante durante le vacanze estive per i piccoli balconi - terrazzi?
    Non so mai a chi lasciare le mie piante, ma non voglio neanche spendere troppi soldi per un piccolo balcone, che non ha neanche attacchi dell'acqua esterni.
    Come fare? Tutti gli anni sono nella stessa situazione: dopo mesi che curo le mie piantine (seppur poche) devo rischiare di vederle morte al mio ritorno...
    Grazie
    Lorenza

    RispondiElimina
  2. Carissima Lorenza,
    Se non c'è modo di fare un piccolo impiantino puoi sempre affidare l'innaffiamento delle piante a un pianta-sitter che durante il periodo di tua assenza le abbevera e fa si che non muoiano.
    Esistono anche dei contenitori per acqua, da posizionare sul vaso, che con una valvolina rilascia l'acqua poco alla volta e fa si che la terra sia umida.

    RispondiElimina